mercoledì 16 luglio 2008

La Voce: Equilibrio Precario


Si è sempre attribuito al “logos” una grande importanza, già nell’antica filosofia greca si pensava che esso costituisse il principio unificante, regolatore dell’universo.
Eraclito (540-480 a.C.) lo definì come il principio universale attraverso cui tutte le cose furono correlate e tutti gli eventi naturali avvennero.
Secondo gli stoici esso era un principio cosmico dominante o generatore, che era immanente e attivo in tutta la realtà e la pervadeva completamente. Secondo Filone un filosofo ebreo di lingua greca ( contemporaneo di Gesù) il “logos” era il mediatore tra la realtà e il mondo sensibile.
Il linguaggio verbale è una caratteristica unica della specie umana ed è considerato uno dei fattori che distinguono maggiormente gli esseri umani dalle altre creature. Il famoso psichiatra Sigmund Freud, per esempio, credeva che le parole fossero lo strumento di base della consapevolezza umana e, in quanto tali, avessero un potere speciale, magico : “ attraverso le parole ognuno di noi può dare a qualcun’ altro la massima felicità oppure portarlo alla totale disperazione.”

Nell’esperienza umana, la componente fisica della voce non può essere separata da una componente emotiva e da una mentale: le tre componenti sono inscindibili.
Cercare di entrare in relazione con una esperienza fisica quale la voce di un uomo, implica necessariamente incontrarsi con la sua emotività e con il suo aspetto mentale. Nel canto e nella recitazione essa diviene indubbiamente una modalità comunicativa molto efficace, ma sposando i canoni estetici e stilistici, diventa manifestazione artistica e dunque come un’ opera d’arte deve essere tutelata e salvaguardata.

Estratto da Tesi in Vocologia Artistica "Voce Artistica : un viaggio alla ricerca dell'equilibrio"

Log. V. Carlino

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