mercoledì 27 gennaio 2010

Cantare in gravidanza


Cambiamenti dell'Apparato respiratorio in gravidanza:
Nella seconda metà della gravidanza l’utero sospinge in alto il diaframma e le escursioni respiratorie sono rese più difficili; conseguentemente è facile avere non un aumento della frequenza degli atti respiratori, ma un aumento della profondità dei singoli atti. Il tipo di respirazione che nella donna è costo-diaframmatico diventa perlopiù costale, per cui sono più frequenti episodi di dispnea, specie sotto sforzo.
Inoltre, possiamo riscontrare altre modificazioni: le mucose sono soggette a fenomeni di vasodilatazione così come ad un aumento del flusso del sangue conseguente all'azione degli ormoni; a sua volta, queste modificazioni causano formazioni di catarro irritazione delle vie respiratorie; modificazioni del timbro della voce.

Sicuramente il sostegno viene inficiato da tali cambiamenti, ma se si ha una buona conoscenza del proprio corpo e solide basi tecniche si può continuare a cantare anche con il pancione :)

Esempi celebri attuali di cantanti in dolce attesa che non rinunciano ad esibirsi: Giorgia, Elisa, Anna Tatangelo

Inoltre....secondo recenti studi di musicoterapia...
Il canto aiuta la gestante a migliorare il respiro, ma anche a farle scoprire il piacere di cantare per il bebè, contribuendo così anche al suo sano sviluppo. Dagli studi di psicofonia* effettuati dalla cantante Maria Luisa Aucher in collaborazione con Paul Cauchard, neurofisiologo della Sorbona, è emerso che la voce investe interamente il corpo del feto: in pratica quella più grave del papà è potenzialmente in grado di stimolarlo dai piedi all'addome, mentre la voce più acuta della madre, dalla vita alla testa. Dall'osservazione di neonati, figli di cantanti professionisti, si è riscontrato che dove era la madre a cantare per tutta la gravidanza il bambino mostrava alla nascita solidità alla nuca e vigore degli arti superiori, quando invece era il padre si assisteva ad una precoce deambulazione. Il canto prenatale svolge anche un'azione auto-analgesica, poichè la pratica aiuta la partoriente a produrre le endorfine, sostanze che attenuano spontaneamente la percezione del dolore. La respirazione distesa, invece, influenza positivamente il tono muscolare, che perciò risulta meno contratto (BENASSI, 1998).
La ricerca di “ninna nanne”, filastrocche e nenie da cantare al bambino, fa sì che la madre ed il padre vengano aiutati a scoprire un proprio modo sonoro per rivolgersi al bambino, e quindi a formare pensieri per lui, a “prendersi cura” di lui, anche grazie al benefico massaggio attivo che viene fatto al feto con le vibrazioni prodotte dalla voce dei genitori (AUDITORE 1998).

*La psicofonia

Fondata dalla cantante M.L.Aucher intorno agli anni ’50, la psicofonia studia il processo grazie al quale le sonorità prodotte dalla voce sollecitano precise parti del corpo: ogni suono emesso è in grado di colpire una vertebra e i gangli paravertebrali (noduli che fanno parte del sistema nervoso) che le stanno ai lati, da cui si dipartono i nervi diretti ad uno o più organi interni. Perciò a seconda della gravità e dell’acutezza dei suoni prodotti, il corpo fa vibrare una specifica parte, per la precisione le note contenute nell’ottava del pianoforte che va da do 2 a do 3 stimolano gli arti inferiori a partire dal tallone, quelle da do 3 a do 4 investono la zona del bacino sino al diaframma, da do 4 a do 5 interessano il torace, da do 5 a do 6 fanno risuonare la zona cervicale e cranica. Il lavoro psicofonetico in gravidanza è importante poiché il bambino in utero viene sollecitato dalla voce di entrambi i genitori, in particolare l’emissione vocale della madre “colpisce” il piccolo sia dall’interno che dall’esterno del corpo materno (BENASSI, 1996,1998).

Nessun commento: